Ore 17:00
Tè all’aroma di frutti di
bosco, fragole e cannella. Nuova miscela.
Non male! :)
Adoro leggere.
E in questi giorni di corse,
lezioni in università, riunioni di lavoro, progetti, influenza e tanti, tantissimi mordi e fuggi qua e là l’ho scoperto
ancora di più.
Leggere è stata la mia
salvezza.
E’ eccitante avere tanti impegni e tanti sogni per la testa.
Adoro essere attiva e fare tante cose. Per me è quasi
naturale e mi riempie di vita ma, quando tutto questo movimento diventa
eccessivo diventa snervante
e SBAGLIATO!
Soprattutto quando non permette di godermi in santa pace il
mio tè delle cinque.
Sì, ho dovuto rinunciare per molto tempo alla mia pausa relax preferita: una deliziosa
tazza di tè fumante sul mio divano nell’ora che preferisco.
Non che non sia riuscita a
bere un tè in un bar di sfuggita tra riunioni e lezioni ma,
come le intenditrici sapranno, non è la stessa cosa.
Bere il tè è un rito che
richiede tempo. E' un momento nel quale i tuoi muscoli si rilassano, la tua mente
asseconda questa sensazione di benessere e i problemi per un' oretta sono
accantonati.
La tua creatività lentamente emerge come un fiume in piena, mentre
la tua anima trova finalmente pace.
In un ritmo “perdifiato”, tutto questo non è assolutamente permesso. E così mi ritrovo a desiderare una (purtroppo non ancora concessami) “sana” stabilità e abitudinarietà
di vita.
Per “sana” ovviamente non intendendo quella drammatica monotonia tanto odiata dalle serie tv alla
Desperate Housewife.
Mi riferisco
invece a tutti quei gesti che fai esattamente tutti i giorni, alla stessa ora, con lo stesso tempo e che ti ricordano a
che punto sei della giornata.
Nel mio fantasticare immagino il momento
in cui potrò percorrere tutti i
giorni alla stessa ora la strada che mi conduce a lavoro; magari passando davanti a
quel negozio di mobilio vintage da cui mi piace tanto guardare i pezzi in saldo dalla
vetrina. In alternativa immagino, sulla via del ritorno, di fermarmi un attimo nella mia
libreria preferita (che guarda caso nei miei sogni è proprio sul mio abituale
percorso casa-lavoro), per uscirne
inesorabilmente con un nuovo libro da godermi poco dopo, con in mano una tazza di tè caldo seduta davanti al mio computer mentre vi commento sul blog la nuova storia letteraria
intrapresa!
Tutto questo, tutti i giorni (o
quasi!) alla stessa ora! Eh sì perché è questo che conta!
La puntualità con cui l’evento
si ripete, in un personale e ben definito ritmo di vita che parla di te e di
ciò che sei, e ti rende sicura e tranquilla di affrontare le sfide della vita.
Eh sì! Sognare non costa nulla! Ma visto gli ultimi 15 giorni, direi che questo sogno è lungi
(ahimè!) dall’essere realizzato.
Sia chiaro sono felicissima di
fare l’archeologa e adoro l’imprevedibilità del mio mestiere così come le
avventure e i luoghi che, in precisi momenti del calendario, mi porta ad
esplorare; tuttavia sarebbe altrettanto fantastico se, in determinati e precisi periodi
dell’anno, si alternasse a momenti di studio, ricompensati da una solida stabilità economica.
Ma da giovane archeologa, come molti mi ritrovo a fare una difficilissima gavetta, bellissima ma allo stesso tempo sfiancante senza alcuna garanzia sul futuro… Ma questa é un’altra storia…
Detto ciò leggere mi ha
letteralmente salvata in tutto questo trambusto (così come una lunga seduta di scrapbooking notturna).
Il libro della mia salvezza è
l’ultimo di una giovane scrittrice inglese: Miranda Dickinson, firmato Newton
Compton e intitolato “Favola d’amore a New York”.
Sì lo so, suona un po’ frivolo
e superficiale con questo titolo che, secondo me, non rende giustizia alla storia narrata. Da archeologa ammetto che non mi sarei mai aspettata di leggere un romanzo rosa con un titolo del genere. Dal liceo la mia prima scelta sono sempre stati i romanzi storici tra cui prediligo L'Ultima Legione di Valerio Massimo Manfredi (Semplicemente spettacolare e
che tra parentesi ho tutta l’intenzione di rileggere) passando più recentemente tra gli altri per le bellissime Le Indagini di Publio Aurelio Stazio di Danila Comastri Montanari. A questi ho sempre affiancato qualche fantasy e i classici della letteratura.
Tuttavia ora che la mia vita è ricca di lunghe letture scientifiche sul mondo antico (in particolare sulla romanità), hanno innescato una saturazione che mi ha portato a non godermi i romanzi storici come una volta. In
questi casi la cura migliore ho scoperto essere: fare una pausa e leggere qualcosa di totalmente diverso e poco impegnativo. Ecco che provo dunque ad approcciarmi al genere romantico, quasi mai affrontato in precedenza! Da fan di “C’è posta per te” con Meg Ryan e Tom Hanks (un amore tra le biblioteche) devo dire che tuttavia, ho scoperto letture davvero molto piacevoli e rilassanti.
Quella narrata da Miranda Dickinson é la storia di Rosie Duncan, una
giovane ragazza inglese giunta in America per rifuggire da un evento difficile del suo passato e di cui custodisce il segreto. Da orma sei anni gestisce a New York un piccolo negozio di fiori di nome
Kowalski’s. Con lei a portare avanti l’attività ci sono l’affascinante Ed, il
migliore amico di Rosie (spaventato come lei dalle relazioni) e Marnie, una ragazza eccentrica e sfortunata cronica in amore. Con loro c’è anche la migliore amica di Rosie, Celia, una giornalista intraprendente e tenace. Nonostante le insistenze
dei suoi amici ad aprirsi e a ricominciare a vivere, Rosie si ostina a non rimettere in discussione la sua vita sentimentale. Gli eventi però la riporteranno
faccia a faccia con le sue paure e grazie alla “terapia dei fiori” riuscirà a fare finalmente pace con sé stessa, ad affrontare quel passato tanto volutamente celato e a vedere quella forza d’animo che la contraddistingue.
Ciò che amo di più in questo libro è
il modo in cui Rosie parla del suo lavoro e della città in cui vive: New York. I fiori
diventano quasi una filosofia di vita, un modo attraverso cui filtrare la
realtà e capire le persone. Prima di confezionare un bouquet, la protagonista ha bisogno di sapere quale sentimento spinge il cliente a decidere di regalare i fiori. Ecco che allora nascono creazioni
uniche, riflesso della personalità e della storia di chi riceverà la creazione. Dai fiori, dal loro colori e profumo, viene la forza per affrontare la realtà e spesso
il mezzo per risolverla.
E poi New York: il ritratto di una città frenetica eppure tanto bella ed imprevedibile da far sentire la protagonista a suo agio senza farle
rimpiangere la città natale.
La trama è certamente semplice, ma costruita con intelligenza tanto da catturare un giovane lettore/lettrice. E se una storia riesce a coinvolgere e a smuovere qualcosa dentro, come nel mio personalissimo caso, credo meriti attenzione.
Grazie a questo libro, ho rifletto meglio sulle mie scelte passate e credo di
essere un po’ più sicura di me stessa. Vedere come la protagonista ha affrontato i suoi demoni mi ha dato conforto e sono stata contenta di rivedere qualcosa di mio. Anche per questo mi sento di consigliare questa lettura.
Immergermi in queste storie mi sta facendo capire quanto leggere
possa essere una fonte di esperienza inestimabile a cui attingere.
Aiuta a guardarsi
dentro e a riscoprirsi.
È un esperienza che auguro a tutti voi, lettori e lettrici di questo blog!
Buona tazza di té a tutti e buona lettura!
L'Ele
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