domenica 17 luglio 2022

Libri consigliati - L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zàfon (recensione)

Ore 17:00 - Té verde e qualche goccia di limone. Molto rinfrescante.

Ricordo ancora il momento in cui mi fu consigliato di leggere L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón. Eravamo seduti ad un pizzeria io, mio marito e un paio di amici. Parlavamo di romanzi, cercando di elencare, a mo’ di gioco, quelli tra i più famosi in cui ricorreva il topos letterario della Biblioteca, molto amato dalla sottoscritta. Fu allora che, tra i tanti, venne nominato L’ombra del vento. 
Era un titolo che non conoscevo, ma che mi aveva incuriosita. Feci alcune domande sulla trama e sul suo autore. Ero l’unica a quel tavolo a non averlo letto. D’altra parte non ho mai avuto occasione di leggere autori spagnoli. 

«E’ un libro veramente meraviglioso!» esclama entusiasta la mia amica I. «Già dalle prime righe se ne viene rapiti. La storia è ambientata nella Barcellona tra il 1945 e il 1966. Tutto parte da una biblioteca: il Cimitero dei Libri Dimenticati. Un luogo della memoria culturale in cui i libri di tutto il mondo e di tutte le epoche sono custoditi e protetti. Lì il protagonista, un ragazzo di undici anni di nome Daniel Sempere, trova un romanzo intitolato “L’ombra del vento”, scritto da un certo Julian Carax. Il libro è al centro del romanzo ed è fondamentale per lo svolgimento di tutta la storia».
«Inoltre è scritto benissimo, ed ha avuto un grande successo» prosegue il mio amico A. «Per chi ama i libri e passare molto tempo nelle biblioteche come te, è assolutamente perfetto», conclude mio marito. «Sembra in effetti molto interessante!» commento. «Vedrò quanto prima di procurarmene una copia in libreria!». «Non ce n’é bisogno» esclama ancora mio marito. «Se vuoi iniziarlo è a casa, sullo scaffale della libreria in sala. Ci sono tutti i libri di Zafón! Li ho letti anni fa. L’ombra del vento però è il più bello. Dovresti proprio leggerlo!». Rimango un attimo sgomenta. Io ne ignoravo assolutamente l’esistenza. Lo guardo e con un fare sarcastico esclamo: «Ah bene, c’è altro che dovrei sapere di possedere? Non vorrei aprire un armadio in casa e per caso scoprirci uno scheletro di chissà chi. Visto il nostro mestiere di archeologi potrebbe succedere!». E iniziamo a ridere.

Così in un pomeriggio come tanti di questa primavera, seguo il consiglio e dallo scaffale più alto della libreria prendo L’ombra del vento. Inizio la lettura e ne sono subito catturata. Capisco che questo romanzo non solo è perfetto per me, ma è una di quelle storie dalla quale mi dispiacerà staccarmi una volta terminato. E così è stato.

L’opera prima di Zafón non è infatti un semplice romanzo di formazione a tema libresco. Esso è insieme un romanzo storico, d’avventura, un giallo, un thriller e una storia d’amore, amalgamati tra loro in maniera esemplare all’interno di una trama sapientemente studiata e spiegata pagina dopo pagina.
Daniel Sempere lungo il suo percorso di crescita da ragazzo a giovane adulto, tenta di ricostruire la vita di Julian Carax, la cui esistenza è attorniata da un fitto velo di mistero. Ignote sono le circostanze e le motivazioni della sua morte, così come singolare è la presenza dell’inquietante figura di un “uomo senza volto” che vuole dare alle fiamme tutti i suoi romanzi. Aiutato dall’amico Fermìn, Daniel scoprirà le verità nascoste di Julian Carax: l’infanzia, le amicizie, i suoi amori, le sue disgrazie, la morte. Al contempo, gli eventi dell’uno influenzeranno quelli dell’altro, intrecciandosi per creare un legame indissolubile.
Come in puzzle, ogni pezzo di questa straordinaria ricerca andrà al suo posto, regalando al lettore momenti di tensione, di orrore e di azione molto belli e intensi.

Il tutto è narrato attraverso un linguaggio concreto, ma fortemente evocativo, semplice, ma con una sfumatura poetica, resa meravigliosamente nella versione italiana. 
E’ una scrittura per immagini che coinvolge tutti i sensi. Luoghi, azioni e personaggi prendono immediatamente forma nella mente, per un’esperienza di lettura molto immersiva; molto godibile anche tramite Audible! Forse solo la Rowling si avvicina a qualcosa di simile, ma non con la medesima carica poetica.

Molte sono le frasi che sgomentano per la loro bellezza e illuminante verità, appoggiate lì, in mezzo alle altre. 

Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto, e di chi ha sognato grazie a esso.

Ciò che L’ombra del vento ha saputo regalarmi può essere spiegato forse solo con le parole dello stesso Zafón:

Quel pomeriggio, […] mi rifugiai in camera mia per fare conoscenza col nuovo amico. In men che non si dica, la storia mi catturò. […] Il racconto di quella ricerca si trasformava in una ricerca fantasmagorica. La struttura del romanzo mi ricordava una di quelle bambole russe che racchiudono innnumerevoli miniature di se stesse; la narrazione si frammentava in mille storie, come se il racconto fosse entrato in una galleria di specchi e si fosse scisso in decine di riflessi, pur mantenendo la sua unità. Il tempo scivolò via come un sogno. […] Pagina dopo pagina, mi lasciai trascinare in un turbine di emozioni sconosciute,  Mi abbandonai a quell’incantesimo fin quando […] i miei occhi affaticati si posarono sull’ultima pagina.

Se mi fosse concesso un superpotere, credo che chiederei questo: saper scrivere come Carlos Ruiz Zafón!

Auguro a tutti la fortuna di imbattersi in questo libro.
Uno dei migliori che mi siano mai stati consigliati. 

Buona lettura cari amici,
Vi aspetto presto in questo piccolo angolo di sogno e tranquillità, fatto di libri e storie profumate dall’aroma di una fumante tazza di Té.

L’Ele



L’ombra del vento, Carlos Ruiz Zafon
2004, I edizione Mondadori
Costo cartaceo: 12,00 euro
Costo ebook: 11, 53 euro
Disponibile su Audible. 


mercoledì 6 luglio 2022

Romanzi "Stregati" - Due vite di Emanuele Trevi (recensione)

 Ore 18:00 - Thé freddo alla pesca, accompagnato da una fetta di un sugoso e rinfrescante cocomero!

In attesa dell’ormai imminente proclamazione del vincitore del premio Strega 2022, nella splendida cornice del Museo Etrusco di Villa Giulia, vi lascio una mia breve riflessione su Due vite, romanzo “stregato” nel 2021.

In questa fatica letteraria Emanuele Trevi racconta la storia di Rocco Carbone e Pia Pera, Due Vite accomunate dall'intima amicizia reciproca e con l'autore, dall'amore per la parola e i suoi molteplici usi, e dall'esperienza della morte. Di loro lo scrittore offre un ritratto sincero e onesto, privo di quel melanconico velo che spesso stendiamo su coloro che ci lasciano, e che dunque rendiamo ideali, perfetti, quasi "inumani". Di Rocco Carbone e Pia Piera Emanuele, Trevi vuole invece lasciare ai posteri un'immagine il più possibile reale e veritiera, sebbene inevitabilmente filtrata dalla sua esperienza.

L'opera non vuole infatti essere una fedele biografia, ma intende rendere omaggio a due amici, raccontando di essi le aspirazioni e i dolori, i sogni e le azioni, gli errori, ma anche e soprattutto le contraddizioni che invadevano le loro anime, complesse e incoerenti e proprio per questo vere! Il carattere spigoloso e complesso di Rocco, il suo straordinario acume, la sua ostinatezza nel lavoro di scrittore, ma anche le sue paure; la dolcezza e l'ingenuità di Pia, i suoi lavori di traduttrice, la sua straordinaria bontà e la sua costante capacità di incappare in rapporti difficili e per certi versi distruttivi. 

L'autore approfondisce anche il rapporto che intercorreva tra i tre, e quello che intratteneva con ciascuno di loro. Riviviamo con lui i momenti belli e spensiarati, insieme ai più difficili, soprattutto con Rocco. Vi è un esame di coscienza a ritroso: le parole non dette, le inevitabili incomprensioni e gli allontanamenti, riconoscendo alcuni errori, senza tuttavia mai giudicare o giudicarsi.

La scrittura è per questo volutamente priva di fronzoli, diretta e condotta a fornire al lettore un quadro quanto mai reale della complessità di queste vite. Ogni parola è per questo "pesata", misurata. Nulla è lasciato al caso. Lo stile in alcuni passaggi è filosofico, forbito e criptico laddove l'autore riflette e ricerca tra i ricordi il significato più profondo dell'agire o dell'essere dei due amici; più gergale, semplice e appassionato quando si rivivono le discussioni, gli eventi e i momenti di vita vissuti insieme. Nella lettura balza all’occhio l’uso preponderante, e a tratti “prepotente” della similitudine. La scorrevolezza del testo non ne gode; eppure quale altro modo ha lo scrittore per far comprendere a noi lettori l’inafferrabile e l’intangibile, se non cercando costantemente di trovare immagini e paragoni che ci permettano di rievocarlo? 

Due Vite è per questo un romanzo bello, ma filosofico e colto. Per questo motivo può non incontrare i  gusti di tutti e non è possibile leggerlo tutto d’un fiato. 
È necessario avvicinarsi a questa lettura con impegno, attenzione e garbo. I lettori come muti spettatori assistono non al semplice ricordo di due amici, ma ad un percorso di meditazione e accettazione dello scrittore che,  grazie a questa opera, attraversa il dolore di una perdita.
Personalmente trovo che gli ultimi capitoli siano in assoluto i più belli, perché impregnati di un sentimento di amore profondo e riflessioni sull’ineludibile commoventi che non lasciano indifferenti. Un romanzo che in poche pagine sa insegnare ed emozionare. 
Personalmente non credo possa esserci regalo più bello di quello fatto da Emanuele Trevi a Rocco Carbone e Pia Pera con questo romanzo: rendere eterna la loro umanità.

E ora non ci resta che aspettare il prossimo vincitore… I candidati quest’anno sono ben 7! 
Io ho già dato un occhiata ad alcuni titoli e le possibilità non sono niente male. Sono davvero molto curiosa… E voi cosa ne pensate? 

Scrivetemelo nei commenti!
Nel frattempo vi saluto e vi aspetto alla prossima recensione, sempre con una tazza di té in mano!


Due Vite, Emanuele Trevi, 2021
Neri Pozza editore
Costo cartaceo: 15,00 € 
Costo eBook: 7,99 €
Disponibile su Audible